Meditazione del 01.04.2012

La Luce e la Pace raggiungano il vostro cuore, la vostra mente, le vostre emozioni.

Vorrei sottolinearvi l’importanza di vivere la propria esistenza con attenzione e consapevolezza.
Vi è una forma energetica molto potente negli esseri che decidono di attraversare la propria esistenza con attenzione e consapevolezza da chi invece lascia che siano gli eventi dell’esistenza a travolgerlo e a trasportarlo come naufrago in un mare in tempesta.
Non attendete che gli eventi vi cadano addosso.
Qualora questo evento si realizzasse nella vostre esistenze sappiate leggerne sempre i contenuti e le motivazioni.
L’atteggiamento di chi vive la propria esperienza nel corpo fisico come chi subisce, come vittima delle esperienze proprie e altrui, spreca una grande opportunità.

Quello che costituisce un breve viaggio, dall’inizio di un esistenza al compimento della medesima, è un susseguirsi incredibile, straordinario di opportunità, di eventi che diventano significativi solo perché sono impastati, sono intrisi delle esperienze delle emozioni diverse.
Una giornata dove le vostre emozioni non vengono sollecitate è una giornata che gli esseri passano passivamente, senza attivare alcuna qualità.
In fondo è quello che la maggior parte degli uomini desidera: una vita quieta, una vita che scorra senza alcun movimento.

Quando le esperienze vi raggiungono e contengono l’impetuosità della spinta al cambiamento, vengono riconosciute come esperienze di dolore, di difficoltà e la mente attiva uno scudo che è quello della paura.
Della paura si coglie la faccia che impedisce e non la forza che preserva e chiede attenzione perché facciate attenzione.

La paura, come tutte le emozioni, si presenta con tante sfaccettature e tutte vengono nutrite sostenute dall’energia collettiva, da quella speculativa economica (rendere gli uomini paurosi spaventati dà potere a chi sa esercitare tale forza). E viene usata facilmente come alibi per rimanere radicati nelle proprie posizioni.

Vi chiederete quando avrete lasciato il corpo di che cosa avevate paura: di fantasmi, di presenze assenze.
Spesso sotto la paura si nasconde la pigrizia, il piacere di crogiolarsi in qualsiasi situazione, anche quando non da nulla quando non vi stimola più.
L’abitudine è quella che addormenta, narcotizza la volontà, la spinta alla crescita.
Ecco perché è importante imparare una lingua nuova, una lingua diversa fatta di simboli, fatta di attenzione e di capacità di tradurre.

Ecco la diversità degli uomini: ci sono esseri stanchi di essere un numero ed incominciano il loro viaggio buddhico, nel risveglio.
Ci sono esseri che arrivano con grandi potenzialità ma si nascondono dietro falsi valori e danno significati completamente contorti dei loro accadimenti, delle coincidenze, degli incontri, degli scontri, delle malattie, della ricchezza, della povertà, del bene del male.

L’uomo guardingo, l’uomo che non sa fidarsi è l’uomo che attraverserà la sua vita nella insicurezza più profonda.
La sfiducia verso se stesso lo porta a proiettarsi e a convincersi che non ci si può fidare di nulla e di nessuno e le opportunità sfumano, passano davanti senza essere viste.

Persino il significato della malattia viene visto come un’offerta nel proprio sacrificio.
Può essere anche questa una buona lettura se anziché attendere il manifestarsi dell’evento l’essere umano decidesse di aprirsi alla fratellanza prima dell’evento quando il benessere e l’energia vitale scorre limpida all’interno del suo corpo e non quando la paura lo attanaglia e quando il corpo procede in una direzione opposta alla sua volontà e al piacere di vivere.

Allora c’è il ripiego: dedicare il proprio dolore agli altri perché non dedicare agli altri la propria energia? Perché non dedicarla a se stessi prendendosi cura di sé?
Come può un uomo che ha il dovere di prendersi cura del suo tempio pensare che la sua incapacità di prendersi cura di se stesso gli dia la capacità di prendersi cura degli altri? Con quale metro? Con quale misura?

Ognuno di voi arriva con una storia lunga, fatta di migliaia e migliaia di esistenze.
Arriva con la saggezza in incognito depositata nella luce dell’immortalità che rende ogni essere figlio dell’unico Padre.
È sufficiente non rammentare perché ognuno di voi si senta autorizzato a non fare a trovare la scusa a trovare l’alibi della paura e rimanere ancorato a miserabili certezze.

L’energia del momento, l’energia degli eventi, l’energia cosmica spinge in modo impetuoso perché le anime possano risvegliarsi, possano consapevolmente decidere di rispettarsi, di riconoscersi di rispettare e riconoscere il Divino che respira in ogni più piccola particella.
Non vi è nulla, nulla che non sia pervaso dal Divino. Eppure nessuno lo vede.

Vi soffermate sulla bellezza delle cose ed anche a queste ormai avete fatto l’abitudine.
Si susseguono in modo magico, straordinario le stagioni, il ciclo dell’acqua, dei venti, del giorno, della notte, un seme che si dischiude, una vita che nasce e il continuo continuo manifestarsi del Divino Amore. Eppure non vi amate.
Siete l’emanazione più straordinaria della creazione: esseri capaci di agire liberamente, di scegliere. Eppure non scegliete. Eppure attraversate il vostro tempo nell’illusione.

Ma se non sono le vostre mani a fare, i vostri piedi a procedere, la vostra coscienza e la vostra consapevolezza a scegliere vi perderete la più grande opportunità che questo tempo vi sta offrendo.

Tutti i percorsi interiori partono con grande entusiasmo, con una grande spinta perché all’inizio i risultati sono chiari evidenti; ma essi sono solo il rimuovere della patina superficiale.
È nelle lunghe distanze, nel lavoro quotidiano, nell’impegno di osservare momento per momento, attimo per attimo, respiro dopo respiro il cammino personale.
Non vi è alcun percorso individuale che non abbia una ricaduta sugli altri esseri, su tutto ciò che vi circonda…….