CERIMONIA DELLA LUCE 04 FEBBRAIO 2024

 

Pensate al vostro respiro, nella fase dell’inspirazione portiamo dentro tutto ciò che ognuno di noi sta emanando, lo portiamo all’interno e nella fase dell’espirazione portiamo fuori la nostra pace, la nostra quiete, il piacere della condivisione. Tutto ciò che entra in noi è buono, tutto ciò che esce da noi è ciò che noi vogliamo manifestare fuori.
Se il nostro sentire è denso e oscuro è quello che porteremo fuori, se il nostro sentire interiore è di armonia, di equilibrio, di pace, al di là degli eventi noi emaneremo quello e qui, ora, l’emanazione di ognuno di noi diviene quasi come una grande sfera e tutto il bene che penseremo che sentiremo, oltre a essere ciò che stiamo respirando, uscirà fuori e raggiungerà ogni luogo e ogni spazio.
Ecco perché i maestri ci dicono che siamo sempre corresponsabili di tutto ciò che accade all’umanità, al pianeta, alle piante, agli animali.
Il potere del pensiero raggiunge ogni luogo in una frazione di secondo.
Se noi riusciamo ad uscire dal nostro piccolo mondo, diveniamo strumenti, messaggeri, ambasciatori, portatori di tutto il bene, di tutto il male che riusciamo a produrre.
Siate grati al corpo che vi ospita e vi permette di fare esperienze; vi permette di toccare, sentire, ascoltare, gustare, ma esso è parte di questa dimensione della materia e produrrà ciò che noi gli facciamo fare e penserà ciò che noi pensiamo.
Qual è l’elemento sottile che cerca di trovare spazio ed emergere in ognuno degli esseri umani? Qual è quella forma che più di tutte avvicina a Dio, alla luce se non l’atto creativo che in ognuno di voi dev’essere espresso per poter percorrere la strada di fusione con il creatore?
Nel linguaggio comune si dice creature perché c’è un creatore ed è la forma più elevata e più sublime dell’amore.
L’atto creativo è presente in ogni essere, che sia vegetale, minerale, animale, umano poiché tutto è emanazione del creatore. Questa piccola ma profonda premessa perché la meditazione deve avere un punto dove concentrare l’attenzione e non permettere alla mente di divagare continuamente.
E allora una pratica è quella di fermarsi e chiedersi “che cosa ho creato, in quale momento della giornata o della mia vita sono stato in grado di collegarmi a questa forza e creare il nuovo nelle forme pensiero, nei sentimenti, nelle emozioni, cosa ho creato, cosa mi ha collegato al mio creatore?”.
“Se fatico così tanto perché le cose non mutino, se quando gli avvenimenti non seguono il percorso dei miei bisogni, dei miei desideri non colgo la spinta a trovare motivazioni, a comprendere cosa devo rivedere? E non basta cogliere ciò che va rinnovato, di cosa mi devo alleggerire, cosa devo lasciare andare”.
È il pensiero è il progetto mentale nel pensiero a cui deve seguire l’azione, il fare, altrimenti non avremmo questo corpo fisico e la parte esecutiva del progetto interiore.
L’evoluzione sopraggiungerà al di là delle volontà umane.
La consapevolezza dell’atto creativo definirà la qualità del futuro del pianeta, dell’umanità.
Se gli esseri umani comprenderanno che il creare per il benessere comune per riportare alla semplicità, alla chiarezza l’esistenza, allora incomincerà piano piano ad alzarsi all’orizzonte del rinnovamento la luce, la visione, l’armonia; l’altro no non sarà il nemico, sarà un compagno di viaggio.
Le cose le userò, non apparterrò ad esse, non combatterò per sottrarre, per distruggere, per eliminare.
L’atto creativo farà sì che tutto ciò venga continuamente rinnovato, ripulito, alleggerito dall’ingordigia umana, dalla rabbia, l’invidia, il potere.
Se l’atto creativo si libererà e sarete in grado di liberarlo dalla spinta del potere individuale, familiare, nazionale e planetario allora la spinta sarà libera.
Nessuna creatura avrà bisogno di aggredire per sottrarre all’altro poiché tutto È.
Questo sarà il processo a cui l’umanità potrà giungere se individualmente, nel contesto del proprio spazio, del proprio mondo interiore, se sul piano emotivo, mentale, il singolo individuo incomincia a ricrearsi.
Questo processo, però, ha bisogno di un atto di introspezione profondo poiché il bisogno che emerge all’interno di ogni essere umano è denominato normale: “È normale che…? è normale che se mi fa del male io ricambi?”
È normale nascondere per la paura che l’altro veda, senta, rubi?
Se il processo non parte dal singolo e l’atto creativo non trova il sostegno e la forza del rinnovamento, il percorso è verso una fase autodistruttiva perché chi è in basso starà sempre più in basso e chi è in alto starà sempre più in alto ed in questo processo si realizza la separazione, un processo che era dopo era muta, ma nel concetto profondo rimane sempre uguale.
Manca il piacere della condivisione, il piacere di fare per il piacere del fare, creare per potersi avvicinare interiormente e mentalmente al creatore.
Ogni giorno occorre che creiate un nuovo modo di imporvi e non dare per scontato che, poiché tutti fanno così la scelta migliore è quella di adeguarsi e non quella di sapere con profonda convinzione che fra tutti i progetti umani uno l’ho portato da un’altra dimensione ed è molto antico, molto potente che è il mio atto creativo.
Posso essere giudicata o giudicato strano e questo deve darvi gioia.
Nel buio più intenso, una piccolissima luce segna, si fa vedere e quella luce che ognuno di voi ha il dovere di fare emergere, farà si che il vostro atto creativo, piano piano, senza fretta sul piano dell’evoluzione il tempo non ha nessun significato.
Il processo se pur lento, viene poi seguito da uno, da cento, da mille.
Perché l’umanità si aggrega nella rabbia, nella sopraffazione, ripetendo continuamente schemi che non portano nulla di nuovo, ma che distruggono, creano sofferenza, morte. La stessa forza, lo stesso potere può essere sviluppato dall’atto creativo, dall’amore. Non c’è niente di più importante che sentirsi dentro nell’animo buoni, amorevoli, che non vuol dire essere deboli, non reagire, ma agire in armonia con la propria essenza divina.
Si parla troppo, si parla male, si parla sconnessi dai contesti interiori, ma connessi con la stupidità, con l’ignoranza, con la paura.
La fragilità di dare a gli altri il potere del giudizio verso sé stessi priva l’umanità stessa della consapevolezza delle proprie qualità.
Ogni essere umano ne possiede in grande quantità, ma non le usa, non le adopera, non le percepisce, non le vede, non le cerca. Vite e vite e vite ripetendo sempre gli stessi schemi.
Il destino vi porta di qua, vi porta di là, vi fa nascere ricchi, poveri ciechi, sordi, vedenti, non vedenti, sono sempre e soltanto spinte e opportunità per fare emergere l’unicità, la creatività che è parte integrante e profonda dell’amore.
La vostra essenza non appartiene alla vostra mente umana, al vostro corpo, non appartiene a nessuno e il legame che ogni creatura ha con il creatore ha dato la più alta forma dell’amore, l’ha donato ad ogni sua creatura, agli animali, alle piante, agli esseri umani.
Negli esseri umani ha riposto più fiducia, più amore, più parte di sé e della libertà di scegliere, la libertà di essere nell’armonia delle leggi che regolano gli universi o quella di metterla a tacere peri il piacere di far vivere al proprio corpo, alla propria mente umana piccoli frammenti di appagamento.
Vite e vite, luoghi, spazi, tempi, occorre ricrearsi il proprio mondo interiore e faticoso, impegnativo, ma è la magia che ognuno di voi può e dovrebbe realizzare dentro di sé.
Non adeguarsi passivamente al potere degli atri, ma associarsi, vivere ognuno accanto a gli altri conservando la propria originalità, il proprio colore, la propria nota poiché così si crea l’armonia.
Nella diversità si crea la luce.
C’è posto negli universi, dovete essere consapevoli del grande potere che la vostra volontà possiede; potere antico di fare sempre attenzione alla qualità dei vostri pensieri.
Se essi coincidono con il vostro agire, allora siete in armonia, se vi esibite nella vita di tutti i giorni nella falsa armonia interiore sforzandovi di apparire per interesse, per pigrizia, apparire ciò che non siete, vivete una vita in disequilibrio e allora l’universo che ama ogni sua creatura crea dei blocchi, crea delle forme di arresto per farvi fermare, pensare, ascoltarvi, sapere ed intuire il progetto della vostra vita su questo pianeta, in questo corpo; cogliere ogni più piccolo e sottile collegamento con il creatore.
Troppo rumore, troppo fare troppo volere rende ciechi, sordi su un piano sottile ma prepotenti urlatori, visionari sul piano umano.
Decidete di guardare dentro di voi e osservare ciò che vi impegnate a mutare, trasformare, piccole cose che però nei grandi eventi, nei momenti importanti sono la vostra forza, la vostra capacità di intuire, di percepire, di intravedere e tutto questo vi permetterà di reggere, soffrire di meno, comprendere di più.
È il singolo colui che detiene il potere del cambiamento e sino a che ogni essere umano non lo farà sarà in balia di chi, invece, lo usa per il proprio potere.
Guardatevi bene dentro, ascoltatevi, cercatevi.
Siete là nel deserto della solitudine, siete là nel freddo del sentirsi soli; c’è un’armonia che attende di emergere, non può farlo nessuno se non la vostra volontà, consapevolezza per accorciare il tempo e non ripetere continuamente, esistenza dopo esistenza, gli stessi vissuti, gli stessi errori compiacendovi di possedere cose, persone eppure essere vuoti, soli, tristi, malati, arrabbiati.
È tutto a disposizione di tutti, ma tutto è troppo, basta ciò che serve.
Entrate in contatto con voi stessi, con la vostra parte creativa e donate questo atto alla vostra anima sottile e all’universo, esso sarà abbondante, ricco, vi farà vedere, vi farà sentire in armonia, in equilibrio.
Il vostro cammino non è in solitudine, siete sempre seguiti e sostenuti, per voi si creano continuamente opportunità, ma sta ad ognuno di voi saper scegliere liberamente ciò che fare, ciò che non fare.
Onorate questo dono; il dono della libertà e rispettatelo negli altri.
Collegatevi al creatore attraverso la vostra creatività.
SHANTI SHANTI SHANTI OHM.

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