CERIMONIA DELLA LUCE 02 APRILE 2023

Versione con i commenti dei partecipanti

 

 

Versione senza commenti dei partecipanti

 

 

In tutti gli Universi e nel nostro Universo, tutto segue in modo perfetto il mutamento.
Tutto si trasforma, tutto è un continuo perenne movimento, nulla torna allo stato primordiale e tutto si evolve e l’Universo gioisce e si esprime nel suo nuovo stato.
Gli esseri umani sono destinati alla sofferenza e scelgono deliberatamente lo stato di sofferenza, poiché non seguono il naturale, essenziale processo di rinnovamento di mutamento.
Nessun elemento del cosmo, dell’universo, piange simbolicamente per il vecchio stato del suo essere. Nessuna forma di paura attraversa il cosmo, la natura di cui siete circondati. Un albero non rimpiange le sue foglie, i suoi fiori, i suoi frutti, sa che la sua crescita necessita di continui mutamenti.
Anche quando l’occhio umano non li coglie non vi è nulla, nulla, che resti statico, fermo.
La coscienza e il libero arbitrio che vi permette di valutare, non trova negli esseri umani, lo spazio necessario poiché tutto ciò che è statico rassicura, tutto ciò che avete sotto controllo vi rassicura divenendo quasi la vostra forza, il vostro sapere, la vostra certezza e lo esprimete in modo particolare, nella costruzione del vostro IO umano. Ne siete così profondamente impregnati, invasi, da dimenticare o da sottovalutare, il vero valore della vostra esistenza la motivazione del vostro viaggio, se pur breve, esso è importante, determinante per il corso evolutivo della vostra anima.
La meditazione e la riflessione che vi è stata data, come parte integrante di questo incontro, ha lo scopo di permettervi di essere sinceri con voi stessi, fermarvi e dare il giusto valore alla vostra esistenza , il significato di tutto ciò che scegliete, che fate, dare un significato alle vostre paure ai vostri timori e osservandoli , rilevare che essi appartengono esclusivamente al mondo della materia e che la vostra dimensione divina è relegata più o meno come aspirazione, mai come vero scopo della vostra esistenza.
Questa introduzione per spiegarvi la motivazione di questa richiesta di questo impegno a far silenzio e essere onesti con se stessi e osservare con attenzione e valutare con profondità il senso dell’ esistenza su i due piani.

Un partecipante…

Percepire la propria Essenza ed essere capaci o consapevoli di Essa nel quotidiano. Essere ed Apparire.
Essere ed Apparire sono stati che si alternano nel mio quotidiano.
Sono consapevole di Essere quando sono presente e attenta a quello che gli stimoli o eventi esterni muovono dentro di me.
Se riesco ad osservare, ascoltare senza giudicarmi e ad accogliere con comprensione, è più semplice attraversare quel momento e lasciar andare.
Quando invece di osservare lo schema di reazione dell’evento mi lascio assorbire completamente dall’emozione è un po’ come essere travolta da un’onda e centrifugata.
Mi rendo poi contro che ho perso energia in un vecchio gioco dove non riesco ancora a partecipare come protagonista consapevole o a rifiutare di giocare.
Quando riesco a mantenere quel poco di distacco che mi permette di osservare, pur ascoltando la mia reazione, emozione che realizzo che io sono altro, che io sono molto di più.
Al contrario se mi lascio coinvolgere completamente da ciò che mi assale, reagisco e poi parte il giudizio.
Ho passato così tanta parte della mia vita a disintossicarmi dall’apparire per essere amata, accettata che non so se questa esistenza sarà sufficiente.
Mi riconosco tutti gli sforzi fatti e l’impegno che continuo a metterci perché so che questa è una ferita molto profonda di cui continuo a prendermi cura.
Con in tempo la linea di demarcazione tra il mio Essere e Apparire è diventata molto più chiara, quindi è più facile comprendere quando sconfino una dall’altra.
Mi rendo comunque conto che dentro di me c’è un mondo interiore che non riesco ad esprimere pienamente nel mio quotidiano e so che questo è parte della mia Essenza.
Sicuramente sono meno disposta che in passato a sacrificarla perché apparire come gli altri mi volevano mi ha portato sofferenza ed è un prezzo comunque troppo alto
Apparire è stata un’esperienza ampiamente sperimentata, quindi ora cerco di dedicarmi a esplorare la ricerca di chi sono.
Quando creo coerenza tra ciò che penso, sento e faccio tutto è in armonia anche se non ho riscontro positivo fuori. Questa per me è la linea di demarcazione tra il mio essere e il mio apparire al momento.

Un partecipante…

Nel silenzio chiudo gli occhi e lascio risuonare dentro di me la vibrazione che emanano queste due parole: “essere – apparire”. L’immagine che si dischiude alla mente, è quella di un’altalena: “sono, appaio… sono, appaio…” Mi vedo lì seduta, che oscillo, un po’ da una parte, un po’ dall’altra. Sono io che, attraverso il mio corpo, impartisco la spinta, mettendoci più o meno forza. Ma da chi, da cosa mi lascio guidare o trascinare? Dalla mente? Dal cuore? Dalle emozioni? Dal piacere o dalla paura che ne deriva? Poi, mi lascio dondolare senza più imprimere alcuna forza. L’oscillare pian piano si attenua, sino a ritrovare il punto fermo.
Nel mio quotidiano, “sono”, quando tra il turbinio delle emozioni, degli impegni da svolgere, delle corse sfrenate, non perdo il contatto con quel punto fermo.; “sono”, quando divento capace, nel susseguirsi dei piccoli o grandi eventi, di non lasciarmi trascinare alla deriva; “sono”, quando nutro la mia attenzione, quando la mente umana è collegata con la mente sottile e mi suggerisce modalità di atteggiamento e ricerca di soluzioni; quando sono capace di fluire, di affidarmi, diventando messaggero di conoscenza e saggezza per me e per gli altri.
Nel mio esistere, invece, “appaio”, tutte le volte in cui non ho il coraggio di dire o di fare, oppure non mi metto in gioco, per paura del giudizio altrui o per il timore di non essere compresa, accettata, considerata; “appaio”, quando agisco per o con egoismo; ogni volta che non credo in me e nelle mie potenzialità; “appaio”, quando non sono tenace; quando non onoro e non difendo il mio sentire interiore; quando non sono coerente tra il mio agire ed il mio pensare… Ma io non mi lascio abbattere e, nonostante il mio altalenare, la sola guida, l’unica verità che percepisco salda e sicura, è l’incessante ricerca di TE e del tuo eterno vibrare in ogni parte di ME.
A Te, con tutto il mio cuore…

Un partecipante…
La prima domanda che mi viene da fare è la seguente, quale è la differenza tra essere ed apparire.
Credo che nella maggior parte delle volte, l’apparire viene confuso con l’essere, perché si ha la convinzione che le modalità che adottiamo ogni giorno, siano effettivamente quello che noi stessi siamo.
Spesso, da quel che ricordo io, in passato, ho usato parecchie volte il termine io sono così, ma se mi analizzo, sono completamente differente da quel che dicevo di essere, quindi, quando dico io sono, sarebbe meglio dire, io dovrei essere così, basta un evento per far cambiare i gusti, le sensazioni, le emozioni.
La mia essenza, la percepisco quando sono in conflitto. La mia mente mi dice una cosa, ma c’è qualche cosa dentro, che mi sta dicendo esattamente l’opposto, ma che purtroppo non riesco ancora bene a seguirla.

Non esiste sul piano umano la modalità, una ricetta, una pratica che possa favorire questa connessione.
Come qualcuno di voi ha detto e sa, rimane la motivazione delle diverse nascite e rinascite e sino a che, sono le emozioni che nascono da strutture mentali che in parte provengono dalle memorie delle esistenze passate, ma che in particola modo vengono strutturate all’interno dell’esistenza, prima infantile, poi adolescenziale, poi adulta e poi matura. Sino a che il filo conduttore che unisce queste tappe resta la paura, il contatto con l’Essenza resta davvero una grande, seppur sostenuta aspirazione.
Credere in se stessi, non quando tutto procede nella direzione della positività, del buon risultato, credere in se stessi durante un momento di oscurità, un momento in cui tutti gli eventi sembrano siano messi in fila davanti a voi per potervi demolire. E l’unico è il contatto, certo profondo, senza alcun dubbio, senza alcuna incertezza della vostra essenza, è l’unico punto di riferimento per attraversare ogni emozione, ogni scontro, incontro ogni piacere ogni dispiacere.
Quando ciò che l’apparire vi permetterà di non vivere più la separazione tra essere ed apparire, sino a quando questo conflitto tra ciò che vi sentite che vorreste fare e ciò che fate, ciò che vorreste dire e dite, resta così riconosciuto, ma non è parte, non è la forza vitale del vostro apparire.
Quando tutto il lavorio mentale emozionale sarà risolto perché prendete energia dall’Essere e non dagli esseri fuori di voi, i vostri simili, che a loro volta sono più spaventati sempre di più alla ricerca di appagamenti di cose, di beni, di approvazioni, di acclamazioni, ognuno nel suo piccolo, grande contesto.
Nessun filo d’erba soffre perché è posto ai piedi del grande albero, e nessun tipo di vita, a livello della natura, dell’Universo, del cosmo, quale astro è più potente, quale fiore, quale metallo, quale essenza è più di se.
Nell’armonia tutto collabora, tutto è in equilibrio.
Essere e apparire dovranno giungere ad essere ala stessa cosa, la stessa manifestazione, e non deve essere il vivere umano, o le perigliose esperienze del vivere umano ad indicarci l’infelicità. L’infelicità emerge, non dalla disapprovazione degli altri, dal benessere, dal malessere fisico e psichico, emozionale, il dolore nasce dal distacco, così profondo e a volte netto da ciò che è la vostra origine e ciò che invece manifestate nella vostra vita, nei vostri pensieri, nelle vostre azioni.
Ognuno di voi ha una idea, propria, profonda del Divino e semmai una domanda che dovreste farvi, può essere quella di chiedervi “Il mio Dio farebbe così? La mia essenza la sto manifestando nel desiderare, nel giudicare nell’esprime le diverse tipologie di paura”.
La pura è uno dei metri, il dolore è un mezzo, un mezzo per ripulire, per ritrovare semplicemente ciò che già siete.
Tutto ciò che accade fuori, intorno a voi, non è altro che uno strumento perché voi possiate crescere attraverso la certezza, la certezza della vostra essenza.
E quando qualcosa o qualcuno vi manca sul piano della materia, il dolore non è altro che la risonanza della vostra distanza con la vostra essenza.
Non aspettate che sia la richiesta di qualcuno a farmi fermare a riflettere, fatelo in modo naturale con assiduità , con attenzione e quando pensate, agite, vi relazionate, chiedetevi “Dio farebbe così? Dio direbbe questo?”
Un’ umanità che galleggia e fatica semplicemente per tenersi a galla.

Shanti Shanti Ohm

 

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